Il Barattolo del Miele

Cercava una spiegazione dentro il barattolo del miele, senza però trovarne.

Rolf era appena stato licenziato con la più classica delle scuse, esubero di personale, ora doveva dirlo alla compagna, non era minimamente preparato sia al licenziamento sia a doversi confrontare così con Arpora, con la quale stava solamente da poche settimane.

Arpora, classica donna Islandese, affascinante, misteriosa e bellissima lavora sul peschereccio di proprietà del padre, lei almeno ha la certezza che non verrà mai licenziata, mentre l’azienda informatica di Rolf stava passando, così gli han detto, un periodo critico, ma le abilità informatiche di Rolf erano costantemente in discussione, altri piccoli nerd lo superavano in bravura e fantasia, la fantasia che un uomo di quaranta anni non può avere rispetto a quella di un quattordicenne.

Quello stesso giorno il capo gli ha messo sulla scrivania la classica scatola e Rolf, mestamente, la ha riempita con quelle poche cose fredde e senza anima.

Una volta arrivato a casa e posato la scatola vicino al camino aspettò la chiamata di Arpora, di solito lo faceva appena saliva in macchina, appena sbarcava o quando finiva la distribuzione del pesce, aspettò cercando nel barattolo del miele.

Quella primavera il mare era molto generoso, Arpora era una persona felice sia perché il padre si era ripreso dalla critica annata passata, sia per la sua nuova relazione con Rolf, persona squisita e colta, lei, al contrario aveva solo la licenza scolastica base, lui era un tecnico con anni di studio, inoltre era massiccio, lei lo considerava ‘potente’, le piaceva molto questa sua caratteristica, ovviamente somigliava per molti versi al padre.

Una volta chiusa la portiera a accesa la macchina Arpora sente il bip della connessione bluetooth e nel display della macchina preme il nome di Rolf, prima di conoscerlo non usava quella tecnologia, pratica a e comoda soprattutto nei giorni di tempesta, su quella considerazione sorrise, oggi avrebbero fatto ancora l’amore e sarebbe stato meglio della volta precedente, lo sapeva!

Rolf rispose subito, ciao tesoro, tesoro ciao, non si erano ancora mai detti il ‘ti amo’ ma entrambi in cuor proprio sapevano che sarebbe successo a breve, si diedero appuntamento a casa di Rolf, una casa in affitti in centro, Reykjavik offriva praticamente tutto, le altre cittadine erano limitate, e poi la sua azienda, ex azienda era proprio in città, mentre rispondeva al telefono gli venne in mente la sua Svezia e a quel maledetto trasferimento che lo ha costretto in Islanda ormai da otto anni:

-Finito per oggi Arpora?-

-Certo tesoro mio, non vedo l’ora di arrivare e…-

-Guida con attenzione, la primavera è sempre un problema per le strade…-

-Ma figurati, volo! Preparati Rolf, oggi…-

-Dai vieni, poi vediamo.-

-Rolf? Tutto a posto? Sei più freddo del pesce che ho pescato oggi…-

-Si tutto a posto, appena vieni ti dico una cosa.-

-Così mi fai preoccupare tesoro…-

-Guida con cautela, ti aspetto.-

E chiuse, sapeva che allungando il brodo sarebbe stato peggio. Lei iniziò a tremare, cosa gli stava succedendo? E cosa sarebbe successo a loro, a lei? Arpora non si era mai sposata, nonostante i suoi trentasei anni, per l’Islanda era molto in ritardo, confidava in Rolf, il bel tenebroso scandinavo, il suo vichingo! Avrebbero avuto tre figli, due maschi e una femmina, dei maschi il più grande avrebbe lavorato con lei sul peschereccio e il piccolo avrebbe studiato e lavorato col padre, la ragazza avrebbe aspettato un brav’uomo e non avrebbe mai lavorato. Ma questi pensieri rimasero nella macchina mentre lei la chiudeva per arrivare a suonare il campanello della casa del suo Rolf.

Rolf si scocciò, lei aveva le chiavi, lasciò il barattolo del miele e si alzò per aprire.

-Che succede?-

Lo chiese senza un solo istante di attesa, guardandolo in viso e cercando di carpire qualche sua espressione.

-Caspita, se ti calmi te lo dico…-

-Cazzo! Me lo vuoi dire si o no?-

Rolf non conosceva ancora quel suo lato impaziente e risolutore, anzi credeva che l’Islanda temprasse le persona facendole diventare pacate e tranquille, ma Arpora non lo era per nulla, si decise:

-Mi hanno licenziato Arpora.-

Lei tirò un sospiro di sollievo, il suo viso si rilassò in quell’istante arrivato dopo un’agonia infinita, gli saltò al collo e abbracciandolo lo baciò a lungo, Rolf si meravigliò ma in quel momento gli passò tutto il malumore, fecero l’amore fino a tarda sera e sfiniti, si addormentarono.

Arpora si svegliò prima, si rivestì e si sedette ai piedi del letto con il barattolo del miele in mano, quando Rolf si svegliò la guardò stupito, la risposta la aveva Arpora, non il barattolo del miele.

Arpora gli sussurrò:

-L’amore ha sempre le risposte, l’amore sistema tutto, è raro amarsi contemporaneamente, ma ora noi lo siamo, anche senza essercelo mai detto ci amiamo, quindi abbiamo tutte le risposte.-

-Hai ragione, ti amo anche io, posa il barattolo del miele e stringimi ancora.-

Si amarono per sempre e il barattolo del miele rimase per sempre chiuso.

Cesare

6 Giugno 2023

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