Il cassetto dei sogni

Il cassetto dei sogni

Ho aperto il cassetto dei sogni, che confusione, vedo i desideri, le velleità, le aspirazioni, ma non trovo i sogni.
Sapevo già di trovare tanta confusione, anche nel cassetto dei sogni, ma immaginavo di vedere subito tanti sogni.
Il cassetto è capiente, piccolo, profondo e molto sottile, è fatto d’immagini e non di legno, è fatto di lacrime e non di ferro, ma è anche fatto di sentimento, non di certezze.
Nel cassetto, però, tutto brilla, splende, non ci sono toni grigi, probabilmente perché ci sono tante cose immaginabili, magari non possibili, ma immaginabili, e colorate.
Nel cassetto, tra tanta confusione e disordine, vedo subito la voglia di avere una barca, vicina ai desideri estivi, accompagnata dalla voglia di non trovare altre barche nel raggio di mille miglia, allora in quella voglia mi tuffo, raccolgo due ricci grandi, li apro, uno lo offro alla mia amata, l’altro lo mangio io, il mare mi sazia, quel riccio mi sazia, la mia amata mi sazia.
Sposto il desiderio della barca e vedo, vicinissimo, quello della casa. Prendo tra le mani il desiderio della casa, e penso, questo desiderio lo ho già realizzato, senza che mai sia diventato un sogno. Non c’erano sogni a vista, apparentemente, nel cassetto. La casa la avevo già avuta, sudata, bellissima, a mia immagine, con caratteristiche scelte da me, in un paradiso di verde, piantato da me, innaffiato da me, innaffiato l’acqua che scorreva sotto il mio terreno, in quel terreno un cane bellissimo, e un gatto ancora più bello. Dopo un attimo, mi perdo in mille pensieri, e mi faccio sfuggire quel desiderio dalle dita, e mentre lo vedo scivolare nel cassetto, sotto decine di velleità, realizzo che è un attimo, un istante, far sfuggire un desiderio, soprattutto se già realizzato. Mi chiedo se è lecito chiamare desiderio qualcosa che si è già trasformato in realtà, e poi penso, non mi rassegno, lo cercherò, magari domani.
Fissando il cassetto nel punto esatto dove è scivolato il desiderio della casa, mi cadono gli occhi sulla voglia di baci, ne sposto una montagna, son baci mai avuti, cerco subito, istintivamente, di tenerli in una mano, ma non riesco, scivolano, allora, con le mani a giumella, ne prendo il più possibile, e cerco di pesarli, saranno più di quelli che ho avuto, o meno, e mi chiedo se il numero dei baci avuti equivale a quello dei baci dati, rendendomi conto che un bacio dato ha un valore assoluto, un bacio ricevuto ha lo stesso valore solo se desiderato. Apro le mani, lascio cadere i baci nel cassetto, non mi va di fare calcoli.
Non trovo la voglia di successo, probabilmente non l’ho mai messa nel cassetto, ma scorgo la voglia di fare bene quello che faccio, è li, semplice, la prendo, per mano, è forte, e stringe la mia mano, allora la tiro su, e la guardo, in quella voglia c’è dentro un pizzico di orgoglio, molta soddisfazione, e quel minimo di consapevolezza che quello che so fare, lo so fare bene. La voglia di fare bene quello che faccio mi stringe la mano, ricordandomi che in quel cassetto è caduta appena ho aperto il cassetto. Mi sgrida per tanta distrazione, ammonendomi, non devo mai più distrarmi e lasciar cadere la voglia di far bene quello che faccio, la tengo con me, rimettendola al suo posto dentro il mio disordine apparente, la sistemo tra l’amor proprio e l’ego, e la guardo, scusandomi, dicendole che apprezzo molto quel rimbrotto. Ora sono sicuro, quella voglia mi vuole bene, vuole il mio bene.
Continuo a guardare il cassetto, annoiato, mi scoccio in fretta, ho già capito tutto, mi rendo conto di volere solo sogni nel cassetto, allora lo rovescio, lo rovescio fuori dalla finestra, e mi ritrovo, finalmente io.
Rimetto il cassetto nel suo posto, lo chiudo e lo riapro, cercando qualche velleità attaccata saldamente, ma nulla, finalmente il cassetto, dopo tanto era vuoto, ordinatissimo, allora lo vedo profondo, capiente, lo chiudo, sorrido, lo aprirò al primo sogno che mi passerà per la mente.
Il cassetto, mentre lo chiudo, mi guarda, quasi sorridendo, ma non dice nulla.
Un giorno aprirò quel cassetto, e deciderò se metterci quel sogno, quel sogno che sarà il più bello, il più luminoso, ma non ora, ora devo stare sveglio, vivere, desiderare.

Cesare

18 Maggio 2016

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