Libero nel tempo e nella mente

Libero nel tempo e nella mente

Una bella mattinata fresca, ma non umida, io spero che non escano tutti insieme a cercarmi, spero che non mi trovino, ma poi, perché a me, mi sento male all’idea di essere scovato, ancora però deve essere presto. È parecchio tempo che son qua, dove il sole filtra colorando di luce il giallo, dove il sole filtra scaldando la sabbia, dove il sole mi regala la certezza di vedere se qualcuno sta per trovarmi. Un ovattato silenzio. Una calma relativa, e il magone delle mie uniche due incertezze mi lacera i pensieri.
Ora fa troppo caldo, inizio a sentire la temperatura aumentare, ma l’inclinazione dei raggi del sole ha un tempo stabilito, e tornerà la luna, e tornerà il freddo, continuando a temprare la mia esistenza, nell’espandermi e ritrarmi, la mia dinamica staticità.
Dietro la sabbia, in lontananza, lo vedo, il cammello, tremo, la mia prima incertezza si palesa, non provo odio per lui, non provo nemmeno compassione, lui è il risultato di fuorvianti paragoni, di paradossi inutili che si tramandano da secoli, ma io tremo, nel massimo dell’espansione datami dal calore del sole, sono terrorizzato, il suo passo lento è assolutamente nella mia direzione, sarà mai che oggi veramente sia il giorno in cui risolvo, almeno a me, le mie paure?
La lentezza esasperante del cammello mi snerva, ma sembra che la direzione gliela abbia tracciata un geometra, è perfetta, e punta me, questa volta è finita, lo sento, mi passa avanti tutta la mia esistenza, quando correvo, vestito di preziosa tela, e lino, e lana in inverno, scivolando felice tra colori e bei tessuti, ed ero costantemente accarezzato da mani sapienti, dolcissime, il cui profumo mi inebriava, e il mio espandermi e ritrarmi era senza paure. Rivedo tutta la mia esistenza. Ma non voglio che finisca. E ora, la soluzione finale, solo un caso può metterla in discussione, non si è mai sentito di un ritrovamento così inutile.
Sentirmi inutile mi aiuta nel concetto che le mie paure dovrebbero essere finite. Sentirmi inutile renderebbe l’arrivo del cammello una rivalsa, e sarebbe bello che un istante prima mi scoprano, ritrovandomi.
Il cammello, dopo un tempo infinitamente lungo arriva a me, è tutto così assurdo, ho smesso di tremare, sono in realtà rassegnato, l’idea che tutto possa succedere senza che nessun testimone possa mai stravolgere i concetti acquisiti dal tempo mi regala il vero senso della vita, della poca giustizia, di quanto mille genti abbiano perso battaglie silenziose, o capre e cavoli, o esistenze intere, senza che mai nessuna giustizia abbia mai potuto rendere merito, senza che mai nessuna testimonianza abbia mai potuto avvalorare l’accaduto, stravolgendo tutto, ma finalmente nel verso giusto.
Ma è così.
Ora il cammello mi vede, succede tutto in un attimo, mi osserva, fermandosi un solo istante, e poi mi carica, si lancia dentro, e quando urlando e ridendo come solo un cammello impazzito di gioia può fare, quando sta per infilare il suo muso, con quei denti ingialliti, con quelle mandibole apparentemente slegate dal resto del muso, in quell’istante si apre il tutto, e io, solo, illuminato dal sole lo vedo, mi ha trovato.
Un attimo solo.
Io lo vedo, in alto, lo punto, lui vede me e si ferma, perché capisce in quell’unico attimo che sta per succedere tutto, guarda il cammello che attraversa la mia cruna, e che poi continua impazzito a correre ridendo, e solo allora mi prende, dicendomi che solo non cercandomi mi avrebbe trovato, e poi, con delicatezza mi toglie da quel pagliaio, lasciando in quel giallo tutte le paure che i paradossi hanno nascoste, mi porta con se vincendo qualunque forma di rispetto per quello che non è mai successo solo perché limitato dalla certezza che non possa succedere.
E mi regala di nuovo la seta, il cotone colorato, prendendomi ogni volta con la delicatezza di chi sa che ho vissuto nella nuvola del tempo, nelle parole dell’impossibile, nell’incertezza della prova contraria, mi lascia appuntato alla fantasia di rendere idee che non esistono, concetti che senza la libertà dei pensieri delle menti non nascerebbero mai.
Mi lascia libero nel tempo e nella mente.

Cesare

18 Ottobre 2016

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