Fuori Fase

Fuori Fase

Non abbiamo finito di piangere i morti della fase in corso, si, la fase uno, attanagliante e devastante nel silenzio di chi ha e avrà dei cari estinti, cari, inutilmente cari per l’economia lecita di chi ha necessità di portare avanti la vita, il motore dell’economia, il sole energetico della vita spicciola, quella che crea picchi di spread e valori di borsa.
In un’economia corretta solo per chi ne trae profitti, figlia di sarti le cui forbici son sempre più larghe, in questa economia non c’è più, forse fortunatamente, religione, accatastare ceneri sta diventando normale, avremo tempo per i nostri funerali, è più importante ora mandare zombie incontrollati che vagano nel mercato delle autorizzazioni, figlie di un economia che non tiene conto che, ancora, finché ci saranno morti, finché ci saranno positivi, sarà un guadagno in perdita.
E tutti furbi e tutti Covid Free, ed io che sarò costretto come te a tornare nella gente avrò ogni scusa ed ogni realtà, scappare per convenienza dalla gente ma infilarmi nella gente fino a che son certo di restare free, senza paura e senza timore, ‘tanto oggi le percentuali calano’, e nulla insegna l’interpretazione errata dei media, dei social, ci fermiamo al titolo che ci piace, se ci appaga, se paga l’unica cosa che ci piace, la nostra piccola stanzetta dove lasciamo fuori, chiusa oltre la porta del bagno per non sentir l’odore che poco prima, per paura, abbiam causato.
È facile essere ottimisti, e mille frasi fatte renderebbero le idee, ma convivere con una pandemia resta un progetto che non auguriamo ai posteri, anzi, sorridiamo all’idea che dal dopoguerra stiamo pareggiando i conti con i nonni, i simboli, la storia, ci renderà immortali sopravvivere ridendo di tanta nefasta realtà, già vantandoci del ‘io c’ero’.
Ebbene, nessun sopravvissuto ad ogni guerra si è mai vantato.
Ben venga ogni reazione, ogni reale ed istintiva verità sparata in rete, senza onta e disonore fare bene a se stessi, ma anche ad un altro ed unico sorriso.
Figli di una terra ed energia dell’anima riusciamo a sembrare tutti Damocle sotto la spada, anziché apparire in lacrime piegati da un tiranno che ci devasta, picchia, vessa, bullizza, pesta, e che possiamo vincere soltanto se coesi, senza pensare al soldo, senza egoismi singoli, per ogni morto che ancora ci sarà, nessuno sarà parente, nessuno sarà caro, ma noi saremo estinti dentro l’animo, e questo sarà.
Io vi voglio bene ma prima di volervene ne voglio tanto a me, e me è in questa terra, forzata da un nemico che vola insieme al vento, lento come l’evoluzione, lento come me.

Cesare

22 Aprile 2020

Seguimi su

Facebook Twitter Youtube