Scambio

Scambio

Lei lo schiaffeggiò, e pianse, lui non si sorprese, ma andò
comunque via dicendole per favore di leggerle. Lei lo vide andare verso la
porta, girarsi con quello sguardo maledettamente dolce, e andare via, lei restò
sola, sola, e realizzando che era la seconda volta che lo avrebbe perso, dopo
qualche minuto, tremante, iniziò a piangere, un pianto lento e potente,
continuo, che nasceva dai polmoni, dal diaframma, dal cuore, ed era la mente
che lo metabolizzava, senza però farla stare meglio, forse solo dopo aver
finito le lacrime lei si sarebbe sentita meglio.

Lui sperava che lei leggesse prima possibile, forse
stupidamente le avrebbe dovuto spiegare, ma sperava in una sorpresa, ad
effetto, ottenendo però l’effetto contrario, il suo pianto era il risultato
dell’interpretazione data a quel gesto. Non gli erano venute in mente altre
idee per chiederle invece di andare a vivere finalmente insieme a lei. Di
quella scatola, di quelle scatole, ne avevano parlato blandamente un paio di volte,
ricordando quei tempi, anni addietro, in cui, fidanzati per poco tempo, si
vivevano a distanza, e si mandavano le lettere, quelle che lui le aveva portato
in cambio di quello schiaffo di paura. Ma lui era ottimista, la stimava troppo
e sapeva della sua grande serenità, e intelligenza, e aspettava impaziente.

Lei, dolorante come se le avessero staccato cuore e polmoni,
non riusciva a darsi pace e farsene una ragione, la domanda le violentava la
serenità, perché le aveva restituito le lettere, le sue lettere, tra l’altro
chiedendole quelle scritte da lui e inviate anni addietro a lei. Voleva davvero
cancellare ricordi così solo per spazzare via chissà quale tempesta, chissà
quale fantasma. Quanti anni avevano in quel tempo, fece di nuovo mente locale,
diciotto, più o meno, e quella relazione durò poco, le scappò un sorriso, è
stato bellissimo quel periodo, ma è finito, adesso però no, non doveva finire,
e, lacerata nuovamente dal dolore, pianse ancora. Fece passare un giorno
intero, e cercò, ma solo per curiosità, almeno così interpretò, le lettere che
lui le aveva inviato, una scatola di scarpe, contenente cartoline e lettere,
dentro un armadio al riparo dalla polvere, e dopo averne aperta una, a caso, di
istinto la ha rimessa dentro la sua busta, leggendo il suo nome, e la via di
allora, in una calligrafia relativamente accattivante, ha dei brividi, un
ricordo importante, e lei quelle lettere le aveva sempre conservate, in tutto
quel tempo, senza mai perderle di vista. Solo dopo aver visto quelle lettere si
calmò, come se fosse stato terapeutico solamente averle toccate, la scatola che
lui le aveva portato il giorno prima, la guardava terrorizzata, vedendo in
quella scatola, stranamente di scarpe, come la sua, la fine della loro
relazione, anche se lui il giorno prima sembrava così tranquillo, e innamorato,
e mentre le consegnava la scatole addirittura emozionato.

Lui pensò di chiamarla, di passare, ma cosa mai gli era
saltato in mente, non poteva chiederle semplicemente se a lei fosse andato bene
andare a vivere insieme? Si definì stupidamente originale, questo modo di fare
sempre quello che salta in mente e poi pensarlo, spesso lo aveva messo in
difficoltà, ma con lei, ritrovata finalmente, lui era assolutamente a suo agio,
e la sua ragione gli aveva imposto quel metodo, aspetterà ancora, sperando di
aver fatto la cosa giusta. Pensò che non aver letto le sue lettere prima di
consegnargliele regalava a lei un profondo rispetto, prima le avrebbe dovute
leggere lei, e proprio per quello gliele aveva portate.

Il gesto di rimettere istintivamente nella busta quella
lettera, la fece pensare molto, e dopo qualche minuto tornò alle due scatole,
affiancate, un altro cenno di sorriso, lui era così innamorato, lei era così
innamorata. Aprì la scatola con le sue, vedendo la sua calligrafia si emozionò,
ne aprì una, e iniziò a leggere, si emozionò e pianse, poi la seconda, leggendo
le tornarono in mente mille cose, mille sensazioni, le brillavano gli occhi, iniziò
a ricordare parecchie cose di se stessa, e passò tutto il giorno leggendosi,
riscoprendosi, tornando indietro in quel tempo le apparivano chiarissimi i
perché del tempo attuale, e ritrovandosi ragazza ritrovò un’emozione che aveva
dimenticato nel tempo, la stessa emozione nel ritrovare lui, e capì.

Il più bel regalo, il presente è costruito dal passato.

Cesare

28 Marzo 2017

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