Amici

Amici

-Ma sei pazzo? La lasci andare via?-

-Fatti i cazzi tuoi, non vedi che sono distrutto dal dolore?
Abbi almeno la compiacenza di non girare il coltello nella piaga.-

-Non ti capisco, hai fatto di tutto per averla, per renderti
desiderabile a lei, e adesso la lasci scivolare via così, hai sempre detto che
era la donna della tua vita, di esserne assolutamente innamorato, di aver
raggiunto quel livello di amore mai raggiunto in vita tua, e ora la guardi
camminare via, lontana da te per sempre, senza urlarle il tuo amore, senza
farle capire quanto la ami, sapendo che se non urli adesso lei non si girerà
mai e mai più tornerà da te.-

-Lo so, e io non urlerò, in amore non si urla, e adesso per
cortesia, vai via, sparisci, confonditi con la tua indiscrezione e imbottiglia
lontano da me il tuo messaggio inutile e scontato, non sono io il mare delle
tue insicurezze, lasciami in pace con le tue retoriche datate e mai innovative,
con le tue certezze consequenziali, con la tua arrogante voglia di fare del
bene solo per appagare il male che è in te, torna dalla tua compagna, dalla tua
moglie madre e fidanzata, torna dalla tua famiglia felice e smetti di rompere i
coglioni a me, adesso.

-Tu sei un ameba, un vigliacco, uno che senza palle non ha
nemmeno il coraggio di riprendersi quello che vuole, dopo averlo avuto tra l’altro,
tu sei uno che è giusto lasciare, cazzo, alzati e corrile dietro, stai
lasciando scorrere davanti alla tua inutile vita il treno giusto, perfetto, e
hai il biglietto, ma non vuoi salire perché hai paura della destinazione, e se
fosse davvero quella giusta? Oggi lo è e lo sai bene, quel treno va verso l’amore,
verso la felicità, tu hai sempre desiderato dei figli perfetti e lei è la madre
ideale per i tuoi, guarda come si muove, e guarda che fianchi  e che vita perfetta ha lei per i tuoi figli,
e fai attenzione a come cammina, la sua apparente calma nel passo è mirata a
cercare di capire se mai riuscirai ad urlare il suo nome, correre da lei mentre
si gira, e riprenderla, e vivere con lei finalmente sereno, svegliati,
scuotiti.-

-Ti ho detto di lasciarmi in pace, lasciami guardare nel
dolore la sua mente andare via da me, lasciami guardare cadere le mie speranze
ad ogni suo passo, lascia che inizi a rassegnarmi proprio guardandola mentre
non si gira, mentre ha la certezza che la strada che ha iniziato a percorrere
sia quella giusta, anche se inizia con il sangue del mio cuore lacerato, ti
prego, vai via, mi stai rovinando quello che potrebbe essere il miglior ricordo
che avrò mai di un amore perfetto, che perfetto non è, vai via, via cazzo.-

-No, tu devi smettere di non sognare, devi prendere le
nuvole adesso, farne un bellissimo pacchetto e per fiocco devi usare l’arcobaleno,
e regalarglielo, e dentro quel regalo ci devi mettere il tuo cuore che pulsa,
cazzo, devi mettere te in discussione, senza perdere orgoglio e capacità di
essere te stesso, qualunque sia il tuo te stesso, ti rendi perfettamente conto
che la differenza tra voi due è esattamente la voglia di essere uno con l’altra,
sai perfettamente che urlare amore o sussurrarlo è la stessa differenza tra
imitarsi e limitarsi, senza confondersi o mischiarsi,  sai bene che smussare angoli non vuole dire
trasformarsi nel suo specchio ma anzi, illuminarsi insieme, in un amore fatto
di silenzi e sguardi, in un amore fatto di complicità, con l’aggiunta del
rinnovamento, del mettersi in discussione e reinventarsi ogni istante, cazzo,
alzati, urla il suo nome, corri da lei.-

-Smetti di ricoprire il tuo ruolo, smetti di invadere con le
tue truppe terreni che già son persi, minati da tempi scanditi solo dalla
lancetta dei secondi, mentre i primi sanno che quel tempo è finito, devi
smettere di trasferire il tuo tempo e gettarlo nel mio, devi tornare sulla
terra, non puoi permetterti di stare nella mia luce e nella sua, lei sta
andando via, e io la sto lasciando andare, adesso vai via tu, ci ritroveremo
come sempre noi due, ma adesso abbandonami, non puoi fare più nulla per me, e
non voglio che lo faccia, perché dimentichi che io tempo fa ti ho fatto lo
stesso razionale discorso, e tu, coglione, mi hai dato ascolto, sei corso da
lei, ed eri felice, le mie parole, identiche alle tue, fecero effetto, noi
siamo quelli che dicono quello da fare solo quando siamo fuori da quel
contesto, ma io in quel tempo ho sbagliato, dovevo lasciarti stare, ubriacarti
di amicizia, non di retorica, e tu infatti hai patito quella scelta, perché hai
sbagliato ad alzarti e urlare il suo nome, adesso hai un trascorso logoro e
polveroso con quella che allora era la donna perfetta della tua vita, adesso
hai risentimento e rancore per quella scelta. Io, amico mio, ti chiedo scusa
ora per allora, e santifico il nostro tempo, e crescendo nel nostro tempo
adesso la lascio andare via, se la chiamassi come hai fatto tu allora,
tornerebbe forse, con  la spada della
vittoria e non mi farebbe re, ma mi renderebbe schiavo. Amico mio, le scelte e
gli errori, le sconfitte e gli amori, vanno decisi da soli.-

I due rimasero fermi, in silenzio ad osservare, il primo
osservò l’amore che aveva recuperato, e che era stata la sua rovina, il secondo
l’amore perso che si rivelò la sua fortuna.

I due rimasero amici, per sempre.

Cesare

16  Dicembre 2016

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