Reali banalità

Reali banalità

Le mezze stagioni sono alternate, capita di passare dalle
maniche corte al piumone con cappuccio, e guanti, e cuffietta, oppure si rimane
in maglia leggera e giubbotto leggero, con occhiali da sole, oppure piove,
piove sul bagnato, come quando hai una rata in scadenza e ti fermano con la
revisione dimenticata, dimenticata perché il tuo unico problema era la rata in
scadenza, e quella pioggia trapassa ombrello, il cappuccio e addirittura il
tetto della casa la cui rata, appunto, è in scadenza. Ma c’è tanto ottimismo,
c’è amore e c’è il coraggio di affrontare la giornata, e finalmente nella
legalità, ora si può guardare la televisione, tutta, rai compresa, dove interi
capitali vengono investiti in trasmissioni auto celebrative di mummificati
personaggi, ma c’è fortuna, c’è la pubblicità, così solare, così piena di
ottimismo e famiglie felici, poi ci sono i telegiornali, e i terremoti
diventano la seconda notizia se la prima è che una ministra ha fatto sesso con
tutto il partito, il partito preso, che ha preso la ministra, consenziente, prima
però c’era, addirittura, cicciolina col partito dell’amore anale, che ha avuto
rapporti sessuali, consenzienti, con feci comprese nel rapporto, e passava in
secondo piano il farsi regolarmente le canne dei politici, consenzienti. Poi c’è
il natale e siamo tutto più buoni, e dove se acquisti quel panettone a natale
puoi, allora vergognosamente non riusciamo a
spegnere una televisione solo perché ne paghiamo il dazio, mai sia
buttare via denaro già speso, e perdiamo l’aereo presidenziale proprio perché lo
stiamo guardando alla tv, premier compreso, onnipresente anche e soprattutto
nei canali di radio maria, sponsor unico di ici imu e tasi, e anche del mancato
pagamento del canone rai, ma il natale è anche chiesa, è carità cristiana, è
aggregazione dei nuclei familiari regolarmente e ufficialmente costituiti, e
benedetti da un papa simpatico che telefona a tutti, tranne che a te, che ti fa
rimpiangere di non aver pagato mai il canone fino a questo fantastico anno che
volge al termine, poi cambi canale e anche in mediaset si prostituiscono ore tv
per esaltare papa chiesa e tutti i più libidinosi e frustrati usufruttuari di
quel canone, ma non cambiare canale, il santo natale prosegue fino alla
bestemmia del capodanno dove in anticipo su tutti solo per fini commerciali
fanno accumulare minuti interi di interessi alle banche anticipando l’anno
nuovo, e allora spegni, stanco, ma registri, senza mai poter guardare quello
che registri, però vanti un archivio corposo, che inizia con il circo, dove
animali in gabbia vengono ammaestrati penosamente da animali fuori dalla gabbia,
per poi essere visti da altri animali sui divani davanti alle televisioni. Ed arriviamo
nel nuovo anno per contare le mutilazioni di una guerra inesistente dove i
botti e le botti si perdono nei divieti, per finire tra ospedali e palloncini,
dove il delitto perfetto adesso è quello stradale, dove si va sul penale dopo
una cena con don parroco e frate indovina se li fermano i santi, protetti e
protettori, che si trascinano, che ti trascinano fino a pasqua, dove il vegano
per eccellenza mangia agnello, il suo, dopo che per tre giorni ne ha fatto
frollare le carni come fosse un cinghiale, nascosto anche lui nella grotta con
la chiave di pietra, vestito anche lui di magliette con effigi antiche di
barbuti ragazzoni trentatreenni sudati ma di lino vestiti, e il vino passa e il
pesce dopo tre giorni puzza, inutile moltiplicarlo, inutile aspettare da pasqua
al nuovo natale, con solo un’assunzione in un estate torrida di ferie mal
godute e sudate liquidazioni.

Lo so, dovrei smettere di sniffare natali e trangugiare
capodanni, ma quando il banale è comunque la realtà, nessuno dovrebbe
permettersi di denigrarlo.

Buone cose

Cesare

15 Dicembre 2016

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