​Prima del caffè

​Prima del caffè

Ci si sveglia soli, si sa, si aprono gli occhi e si prende coscienza del proprio corpo, si aspetta in quei momenti di capire.

Fortunato chi ricorda i sogni, sfortunato chi nella notte si sveglia con gli incubi.

Prima del caffè c’è il rito di se stessi.

Non c’è nulla prima di noi, nemmeno chi condivide il nostro letto, nemmeno chi nell’altra stanza ha il nostro DNA.

Ma quel momento prima del caffè in parte è segnato proprio da figli e amanti, si pesa la leggerezza della mente prima di alzarsi dal letto e prepararsi il caffè.

Ci si alza nervosi se i figli hanno o creano problemi, se l’amata o l’amante intacca la nostra naturale serenità, se a lavoro ci si aspetta una battaglia, se un fratello delude aspettative.

Ci si alza allegri, sereni, felici, se tutto è in armonia, se la giornata non ha buchi o lacune o se addirittura presenta un evento programmato molto atteso e gradito.

Quei momenti prima del caffè diventano tutta la giornata, e il caffè ne ha totalmente il suo sapore.

E poi finalmente il caffè.

Dolce, amaro, in vetro, al coccio, macchiato freddo o addirittura con acqua.

Siamo il caffè che beviamo.

E dal primo caffè tutto diventa il “prima del caffè” dell’indomani, creiamo quel che sarà il risveglio.

E’ buono il caffè se serve a far pensare, è buono se il suo gusto viene dal nostro cuore.

Ed ora a me, preparo il mio caffè.

Domenica 27 Settembre 2015

Cesare

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